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La storia di Cuore Fratello

L’avventura di Cuore Fratello nasce da un sogno: che la salute sia un diritto per tutti, soprattutto per i più piccoli e deboli.

È il contatto diretto con la sofferenza, prima a fianco della sorella Angela, scomparsa a quarantaquattro anni per una cardiopatia congenita, e poi, dal 1997, nei corridoi del Policlinico di San Donato, in qualità di cappellano, che ispirano don Claudio Maggioni ad impegnarsi per trasformare questo sogno in realtà.

«Un’idea che è nata lentamente, che è cresciuta nel tempo, diventando un ideale. Un pensiero che si era affacciato in me vivendo quotidianamente sul confine instabile fra salute e malattia, a contatto con molto dolore e con molte ricchezze umane e professionali. Era un’idea di cui a volte parlavo con qualcuno, senza pretese di fondare niente, all’inizio. Era un’idea che scaldava il cuore: la certezza che l’uomo deve incontrare l’uomo».

Così, con la certezza di poter contare sull’appoggio di persone animate dagli stessi intenti e ispirate dagli stessi principi, venne costituita un’associazione che già nel nome esprimeva i valori per cui, da lì in avanti, si sarebbe battuta: «Da un lato il cuore, inteso come stile di vita che si fa carico di tutta la persona e sa aprirsi a esseri umani vicini e lontani; dall’altro il termine “fratello”, che indica una modalità precisa di relazione, che pone in primo piano l’accoglienza come dono, la conoscenza reciproca, la benevola considerazione».

L’intento principale è promuovere la salute di tutti, al fine di rendere disponibili a ogni uomo, donna e bambino risorse, potenzialità e sostegno per la cura.

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